Professionista di Ristrutturazione Casa a Milano
Il progetto architettonico, inteso come l’intero percorso attraverso cui l’idea si prefigura in forma e la forma in spazio, fornisce l’ambito sul quale scrivere e ri-scrivere il territorio dentro il quale si materializzano delle prefigurazioni plastiche, prodotti diretti o indiretti, queste ultime, del nostro modo di vedere l’Architettura. Il percorso creativo, attraverso cui un progetto si evolve, è costituito da differenti fasi ed è segnato puntualmente da momenti dialettici, una serie di riflessioni logiche o inconsce che si traducono in una grammatica che determina il valore fisico delle cose che stabilisce dei rapporti dimensionali declinabili definitivamente in peso, spessore e forma. Ciò prescinde la dimensione e la scala di un progetto. Spesso ci troviamo nella condizione di ri-Progettare uno spazio, nel senso di dover pensare a uno spazio con delle ammissibili limitazioni (limitazioni dettate dal costruito con cui si generano relazioni, dal contesto o semplicemente dalla committenza) che frenano necessariamente lo slancio creativo ma al contempo generano delle profonde riflessioni critiche su ogni operazione formale e funzionale, plastica e linguistica. In tale senso il ri-progettare è inteso come un punto di forza da cui trarre temi e nuove suggestioni linguistiche. Ri-progettare uno spazio significa ri-usarlo, rintracciare quindi, in un organismo architettonico, delle caratteristiche qualitative o delle potenzialità inespresse o depotenziate dal tempo. Ogni qualvolta ci troviamo nella condizione di dover intervenire su uno spazio esistente-costruito e dotato di un carattere intrinseco non possiamo prescindere da questa fase analitica. Definiamo la nostra grammatica compositiva come un sistema doppio che si dipana trasversalmente tra: la contemporaneità estremamente eterogenea, dal punto di vista linguistico, prodotto di un intricato lessico pluralista e la lezione della scuola razionalista che ha profondamente segnato la nostra formazione. La lezione lecorbuseriana è sempre presente in ogni procedimento compositivo, costituendo, quasi inconsciamente ma talvolta tangibilmente, una regola disciplinare che nel corso degli anni ha generato l’humus linguistico- concettuale dentro cui si è generata la nostra idea di architettura. Riponiamo una profonda fede nella cultura dei materiali, nel suo valore intrinseco e quasi sacrale. Accostare dei materiali, e prima ancora sceglierli, ci obbliga a guardare al passato alla lezione che carlo scarpa ci ha tramandato, e con cui abbiamo voluto aprire questo breve testo che ci racconta, aspirando a comprendere il suo lavoro nel tentativo di ricucire la sua poetica con la contemporaneità dentro cui ci muoviamo. Giannantonio bagnato (Messina 17/06/1977) si laurea nel 2003 presso la facoltà di storia e conservazione dei beni AA.BB dell’Università “Mediterranea” di reggio calabria, nel 2007 da vita allo studio officina03Architetti. Giuseppe pizzimenti (Scilla 20/01/1980) si laurea nel 2007 presso la facoltà di architettura (iusa) dell’Università “Mediterranea” di reggio calabria, nello stesso anno da vita allo studio officina03Architetti.
Dettagli del progetto:
Progetto di restauro
Fotografia 3 di 9
Il progetto di sopraelevazione e ristrutturazione dell’involucro edilizio ha individuato una strategia progettuale tendente a recuperare e amplificare qualità architettoniche potenziali insite nell’edificio, attraverso, demolizioni e variazioni destinate a migliorarne l’aspetto estetico e quello distributivo/funzionale. L’edificio è volumetricamente composto da due parallelepipedi traslati sul lato più lungo, la traslazione genera uno spazio filtro sul fronte principale, dove si articolano la scala esterna d’ingresso e uno spazio carrabile. Sul retro, un cortile privato delimita il lotto.
Il fulcro compositivo dell’intervento è la scala interna, che definisce un tracciato funzionale, spaziale e materico attraverso cui si articolano i tre livelli abitativi.
La scala si articola dallo spazio esterno di accesso all’abitazione, collegando la quota stradale con quella del pavimento al primo piano fuori terra, proseguendo il suo percorso verticale ai due livelli superiori. Il rivestimento di pietra lavica conferisce all’intero “blocco scala” un aspetto monolitico e massivo. Tutte le spazialità interne si articolano intorno alla scala, dalla zona living del primo piano fuori terra alla zona notte del livello superiore. Tre bucature verticali illuminano naturalmente e scandiscono sul prospetto il “blocco scala” che termina il suo percorso verticale al terzo livello dell’abitazione, un ambiente aperto destinato al riposo ed allo svago dove ampie bucature, aperte su terrazze, permettono la relazione con l'esterno.Il progetto ha previsto la parziale demolizione dei balconi esistenti al fine di conferire all’involucro edilizio una netta unità volumetrica, formale e plastica. L’ampliamento e la creazione di nuove bucature “ridisegnano” e aggettivano le superfici murarie dei due fronti finestrati. La tipologia di copertura è a falda unica, inclinata verso sud per permettere il favorevole orientamento di un impianto fotovoltaico integrato. La struttura della sopraelevazione è in acciaio, l'intradosso esterno del tetto è rivestito con doghe di legno niangon in corrispondenza delle parti aggettanti sui fronti finestrati e della loggia prospiciente il fronte strada.
Dettagli della foto:
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