Professionista di Architetti a Napoli
Lo studio di raffaella forgione, architetto ed ingegnere civile, specializzata in restauro dei monumenti, ha sede a napoli ed opera da diversi anni nel settore architettonico e del consolidamento statico, offrendo diversi servizi che spaziano dalle ristrutturazioni alle nuove costruzioni. Tra i consulenti dello studio dell'arch. Raffaella forgione, si occupa delle tecnologie da energie rinnovabili rosario zingone, ingegnere energetico, specializzato nella progettazione di impianti con pannelli solari e solare termico, impianti elettrici ed elettronici, trasmissione dati, t.v.cc. Ed antintrusione.
Dettagli del progetto:
Progetto Restauro di chiesa e convento di Santa Maria del SS. Rosario
Fotografia 2 di 9
A- notizie storiche dalle fonti archivistiche sul complesso di s. Croce Il complesso di S. Croce, composto dalla chiesa di S. Maria del SS. Rosario, con annessi sagrestia e campanile, e dal convento, disposto su terrazze che guardano il mare, è situato nell’antico luogo denominato salaro, lungo la via che conduce al porto di castellammare di stabia. Il nucleo originario fu una chiesetta che, costruita dalla confraternita del SS. Rosario e consacrata dal vescovo arcamone nel 1393, fu concessa nel 1530 ai padri domenicani, che ottennero dall’Università stabiese 100 ducati, a sussidio dei religiosi e per la costruzione del convento, edificato da P. Marco plagese. Chiesa e convento sono descritti dal tavolario orazio conca nel 1636: “Converta a lamia a tre navette, con belle cone di buona pittura guarnite e dorate, con sacrestia et tutte comodità de apparati per la celebrazione, con convento grandino con bellissima acqua et ogn’altra comodità”. Quando nel 1736 l’antica chiesa “ruinò”, fu eretto un nuovo impianto, ad unica navata, che conservò tracce delle rinascimentali cappelle gentilizie, descritte nei documenti d’archivio. In un disegno ad acquarello del xviii secolo, conservato presso l’Archivio di stato di napoli, si nota che la navata é preceduta da endonartece, e che l’abside è semicircolare, mentre l’impianto attuale, costruito dai domenicani, ha navata priva di nartece ed abside a pianta rettangolare, con retrostante coro. Dopo che fu trasformato in ospedale militare, il complesso divenne, alla fine del XIX secolo, proprietà delle terziarie francescane alcantarine, che sostituirono uno dei settecenteschi paliotti ad intarsi policromi, l’altare de’Naviganti, con l’altare del fondatore, dedicato al canonico vincenzo gargiulo, che fondò l’ordine nel 1870. In epoca recente, a seguito dei dissesti del sisma 1980, la chiesa è stata mortificata da iniezioni armate e dalla sostituzione della struttura lignea del tetto, con capriate di ferro. B- progetto e cantiere di restauro del complesso di s. Croce Dopo la ricerca archivistica, necessaria per comprendere le fasi costruttive del complesso, ed il rilievo dello stato dei luoghi, è stato redatto il progetto di restauro che, approvato dalla soprintendenza, prevede i seguenti interventi: Prove diagnostiche; consolidamento d’elementi murari verticali ed orizzontali; restauro conservativo di balaustre e solai lignei delle cantorie; ripristino del sistema scale; restauro d’affreschi; ricomposizione di cornici, stucchi e capitelli; restauro di paliotti e balaustra di marmo, coro, confessionali e portone lignei; restauro di portale e gradini in piperno; integrazione delle riggiole del settecento e sostituzione dei marmettoni anni ’30 con piastrelle di cotto napoletano, in navata ed ambienti attigui; completamento d’impianto elettrico, antintrusione e fonico in chiesa; esecuzione d’impianto antintrusione e tv.cc. In convento; sostituzione di pavimentazione sui terrazzi e sostituzione d’infissi su facciate posteriori del convento; tinteggiatura di superfici interne ed esterne del complesso. A-1 prove diagnostiche Le prove diagnostiche condotte su frammenti d’intonaco, stucchi ed affresco hanno svelato l'esistenza d’una pregiata decorazione settecentesca "a finto marmo" con cornici dorate in foglia d'argento, coperta da tinta ottocentesca color giallo ocra, nelle cappelle laterali, e le tinte originarie di superfici cartigli e cornici della chiesa, nell’area dell’altare maggiore. Si é deciso d'eseguire il restauro scientifico delle cappelle laterali, e di procedere a saggi stratigrafici su ogni elemento decorativo di coperture e pareti, per verificarne la cromia più antica. A-2 scoperta delle cripte L’osservazione di tracce d’aperture, nell’impiantito della navata, e lo spostamento di una lastra di sepoltura lesionata, hanno condotto alla sensazionale scoperta di cripte di sepoltura sotto la navata: di notevole interesse architettonico le cripta a e C, con nicchie provviste di “colatoi”. A-3 scavo archeologico e consolidamento statico delle cripte. Dopo comunicazione dei rinvenimenti alle soprintendenze archeologica e beni architettonici, è stata ottenuta autorizzazione a procedere allo scavo archeologico e consolidamento statico delle cripte, eseguiti in fasi: scavo stratigrafico del terreno, con cernita dei resti d’ossa rinvenuti; posizionamento d’ossa in urne catalogate; raccolta e catalogazione di monili ed oggetti vari rinvenuti; Puntellatura della volta di copertura della cripta a e rimozione dell’intonaco da pareti e volta; rimozione delle putrelle ossidate nella cripta A; Posa in opera di fasce di fibra di carbonio, in nastri di fibre unidirezionali, previa sarcitura di lesioni con malta fibrorinforzata, lavaggio fino a saturazione ed applicazione di malta adesiva ad alta resistenza tipo kimia betonfix FB, sulla volta di copertura della cripta A; Integrazione di lacune strutturali delle volte nelle cripte a e C, con mattoni e malta di calce. A-4 restauro di coro dei padri domenicani, confessionali lignei, paliotti marmorei e decorazioni pittoriche. Nel coro dei padri domenicani il solaio di copertura, composto da struttura portante di putrelle ed impalcato di “panconcelle” di castagno, è stato sottoposto ad accurato intervento di risanamento. Su confessionali e coro è stata eseguita una prima fase di restauro, consistente in pulitura delle superfici con compressore ad aria, asportazione di croste e depositi con piccole spatole e pennello, trattamento con prodotto disinfestante, ricomposizione per anastilosi dei componenti, applicazione di sverniciatori chimici ad azione lenta, integrazione di elementi mancanti e listellatura di giunti, con nuovi pezzi simili a quelli esistenti, incollati con colle e resine tipo plexisol. Poi i restauratori hanno proseguito con l’intervento sui paliotti marmorei, tramite: applicazioni ripetute d’impacchi di polpa di carta, con ammonio carbonato e desogen, su marmi ancora aderenti alla struttura muraria; frequenti risciacqui con acqua deionizzata; Asportazione di vecchie stuccature; ricerca degli attacchi tra frammenti conservati; sostituzione di staffe metalliche con nuove d’acciaio inox 18/10, per marmi di maggiori dimensioni, e con barre di vetroresina, per frammenti più esigui; incollaggio di piccoli frammenti con colla epossidica bicomponente, previa esecuzione di strato di reversibilità con paraloid B72 al 20%, disciolto in acetone, e con microimperniature, realizzate con barrette in vetroresina; riposizionamento delle lastre di marmo con malta di calce desalinizzata e barre in vetroresina; esecuzione di calchi in gomma siliconica, dei cartocci mancanti, e rifacimento con malta rifinita in tinta neutra; microstuccature e piccole ricostruzioni, mediante uso di polvere di marmo micronizzata, calce idraulica, primal AC33 ed acqua; applicazione di protettivo finale non filmogeno, composto da cera microcristallina disciolta in white spirit al 5%. Il restauro scientifico delle decorazioni pittoriche nelle cappelle laterali, é consistito in: consolidamento d’intonaci originari, di supporto alle superfici dipinte, mediante esecuzione di microiniezioni di malta di calce e pozzolana superventilata, con elevata fluidità ed esente da sali solubili; ristabilimento e riadesione della pellicola pittorica, sollevata da efflorescenze saline, mediante infiltrazione di resina acrilica a bassa concentrazione, con interposizione di carta giapponese, e successiva pressione a spatola; pulitura mediante applicazione di compresse di polpa di cellulosa, per la rimozione di depositi parzialmente coerenti; stuccatura d’integrazioni d’intonaco e lesioni, con malta di grassello di calce, sabbia di fiume e polvere di marmo; integrazione cromatica di lacune, eseguita a velatura con colori ad acquerello e con tempera acrilica, al fine di restituire unità di lettura cromatica all'opera; integrazione della lamina metallica con foglie d’argento, rifinite ad oro, sulle cornici di stucco; protezione finale con fissativo. A-5 interventi in corpo-scala al campanile, sacrestia e vani limitrofi a sacrestia. Nel corpo scala, che conduce al campanile, è stata eseguita la ricucitura di lesioni della muratura, mediante tecnica “scuci e cuci”, adoperando mattoni pieni allettati con malta di calce. Nell’intradosso della volta rampante della scala del convento, a seguito della rimozione dell’intonaco, sono state rinvenute ampie lesioni, e si è deciso d’eseguire un massiccio intervento di consolidamento statico nelle seguenti fasi: puntellatura della volta; rigenerazione delle malte del nucleo murario, mediante iniezioni di malta di calce, composta da leganti idraulici, ad alta resistenza meccanica e a basso contenuto di sali solubili, quarzi finissimi, pozzolana, additivi fluidificanti, ritentivi ed aeranti; posa in opera di fasce di carbonio, come sulla volta di copertura della cripta A. Inoltre sono stati realizzati interventi di consolidamento statico di piattabande, rinforzandole con nuove piattabande o travi di legno di castagno, poste al disotto di quelle esistenti. Il sistema di scale che dal vano attiguo al coro, conducono all’ultimo livello del campanile, è stato ripristinato. In particolare il primo tratto che conduce alle cantorie e che era crollato, é stato sottoposto ad un intervento di restauro, nelle seguenti fasi: smontaggio di listelli, travetti e tavolati, con schiodatura e cernita del materiale di recupero; demolizione di muratura di riempimento, posta tra travetti di legno e gradini; esecuzione di cuscini in mattoni rossi e calce idraulica, ed isolamento termico, con fogli di sughero compresso; posa in opera della struttura portante dei gradini, composta da travetti di legno lamellare sez. 12x12 cm; posa in opera dei gradini rimossi e sostituzione di quelli mancanti, con nuovi gradini in tavole di legno lamellare di castagno, previa applicazione di prodotto antiparassitario. Poi nell’ultimo tratto di scale è stato eseguito il risanamento dei gradini in muratura, mediante demolizione d’asperità, rimozione di piastrelle di cotto lesionate e distaccate, applicazione di malta di calce idraulica, per rettificare alzate e pedate, e riposizionamento delle piastrelle distaccate. Negli ambienti in cui è stato rimosso l’intonaco cementizio, risalente alla campagna lavori post-terremoto, è stato eseguito un nuovo intonaco di malta di calce e, negli ambienti al piano terra o sottoposti alla navata, un intonaco deumidificante macroporoso, realizzato con malta di calce idraulica, priva di cemento e resistente ai solfati, previo trattamento resistente ai sali, con malta esente da cemento, a base di leganti idraulici a reattività pozzolanica, sabbie naturali, additivi e fibre sintetiche. A-6 esecuzione d’impianto antintrusione e tv.c.c. In convento. Nel convento sono stati realizzati l’impianto antintrusione e TV.CC, composti da centrale ad 8 zone conforme CEI II° livello, espandibile fino a 128 zone (con tastiera di controllo, display LCD e lettore per chiave elettronica, e con circuito d’uscita per avvisatore ottico-acustico), comunicatore telefonico bi-direzionale pstn e GSM, tastiera di comando, sirena elettronica da interno e da esterno, rivelatori volumetrici a doppia tecnologia e rivelatori a contatto magnetico per infissi in ferro, videoregistratore tipo time-laps, monitors da tavolo e a parete, selettori ciclici e telecamere CCD a colori, con obiettivi ad ottica focale variabile, per il video-controllo. A-7 restauro di superfici interne ed interventi di risanamento sulla facciata posteriore. All’esecuzione nella navata di un massetto alleggerito, composto da sabbia vulcanica, lapillo e malta di calce, è seguito montaggio dei ponteggi, nell’area del presbiterio, ed intervento di consolidamento con applicazione di fasce di carbonio, sull’arco trionfale. Sulle pareti interne della chiesa, gli intonaci che si presentavano distaccati, nell’area della cupola sull’altar maggiore, a causa delle iniezioni armate, praticate nella campagna lavori post-terremoto, sono stati rimossi, mentre quelli che presentavano una parziale coesione al supporto murario sono stati consolidati con iniezioni di malta di calce. Laddove erano presenti le iniezioni armate sui piedritti e lungo le arcate, è stato necessario un intervento di risanamento, articolato nelle fasi di rimozione d'intonaco, taglio dei tondini di ferro e trattamento con prodotto convertitore di ruggine, riempimento dei fori con malta tixotropica a base di calce idraulica. Sulle superfici di pareti e coperture è stata eseguita una smerigliatura accurata del film pittorico esistente ed é stata individuata la tinta originaria di verde acquamarina per cornici, cartigli, rosoni ed alcuni fondi, e di bianco-avorio per altri elementi. Dopo aver preparato pareti e coperture nell’area dell’altar maggiore, con una finitura di rasante minerale a base di calce, e con un fissativo naturale a base d’acqua di calce, sono state eseguite le tinteggiature a due colori, riprendendo le tinte originarie a calce del settecento, riscontrate a seguito della smerigliatura. Infine è stata individuata sulla parete della cantoria d’altar maggiore, la presenza di un’infiltrazione d’acqua e si è deciso di montare un ponteggio sulla facciata posteriore. Così sul bordo superiore del tetto si è potuta osservare l’assenza di due file di tegole e la presenza di una gronda zincata in pessime condizioni, e di un manto impermeabile lesionato, che lasciavano penetrare le piogge nella muratura, fino a raggiungere la superficie interna della parete. Quindi si è deciso di procedere con pulizia e diserbo delle piante infestanti, rimozione del canale di gronda, esecuzione di manto impermeabile in resina bicomponente, posa in opera di nuovo canale di gronda, compresi pezzi speciali e cicogne di sostegno, in rame da 8/10, ed esecuzione del manto di copertura mancante con embrici e controcoppi. Inoltre si è scoperta sulla facciata posteriore l’esistenza d’antichi contrafforti della chiesa, celati in parte da una tramezzatura moderna in blocchi di lapil-cemento, che è stata rimossa ed ha svelato la presenza di materiale di risulta di vecchie demolizioni, che copriva in parte l’antica muratura, e che soprattutto gravava sull’estradosso delle coperture di due vani posti accanto al coro. Si è deciso di procedere con un intervento di consolidamento, tramite scavo a sezione obbligata, e restauro della superficie del contrafforte, per integrazione delle cavità con malta di calce, esecuzione di muretti in mattoni (di altezza 12 cm), previa posa in opera di massetto preparatorio livellante, per indicare il limite dei contrafforti rinvenuti, e di manto impermeabile composto da resina bicomponente.
- Anno di realizzazione:
- 2011
- Preventivo:
- 868.736 €
Dettagli della foto:
- Etichette:
- tecnici · architetti · solai · affreschi murali · restauro infissi · restauro antichità · restauro · muratura · edifici vincolati · intonaco calce
- habitissimo
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- foto: altare di santa caterina in chiesa di santa maria del ss. rosario in castellammare di stabia (na) prima del restauro di raffaella forgione #65153