Dettagli del progetto:
Officine del Volo
Fotografia 4 di 5
Le officine del volo nascono nel 2003, grazie ad un intervento di restauro e di riconversione a nuove funzionalità durato due anni e firmato dall’architetto nicola gisonda, seguendo la filosofia del “non abbattere e ricostruire, ma far rinascere”. Interpretando il concetto di restauro filologico di camillo boito, importante architetto ed esponente del restauro della seconda metà dell’Ottocento, è stato conservato tutto ciò che era possibile conservare e recuperare introducendo, dove necessario, elementi nuovi dal carattere contemporaneo. Sono stati introdotti elementi di design leggibili in tutto lo spazio: la grande scala esterna in ferro è quasi una passerella sospesa; la recinzione, in lamiera piegata di acciaio corten, disegna il profilo alare di un aereo investito e sospinto dal vento; l’ascensore, elemento modernissimo, è realizzato in cristallo ed acciaio. I temi del restauro filologico sono stati: rifiuto del restauro stilistico, evitare ovvero di rendere impossibile distinguere le parti originali dai successivi interventi; rispetto e tutela dei valori artistici e storici dell’edificio; l’importanza della conservazione dei segni del tempo sulle superfici e sugli elementi architettonici definita da boito come “splendido sudiciume del tempo”; rispetto della gerarchia degli interventi subiti dall'edificio: meglio un intervento di consolidamento e di riparazione leggibile che un mero restauro (ogni passaggio, anche successivo all’edificazione, deve essere mantenuto a testimonianza della sua evoluzione architettonica). Il progetto ha dato così vita ad uno straordinario viaggio di sensazioni dalla città dell’industria aeronautica alla metropoli del lavoro moderno, dalla creatività e dalla fatica dei primi del novecento alla fantasia e alla funzionalità di oggi.
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- foto: sala eliche - dettaglio di studio nicola gisonda #927871